Credito d’imposta 4.0: tutte le novità del 2023

Credito d'imposta 4.0

Da diversi anni, le imprese italiane che decidono di investire nelle nuove tecnologie, nell’ambito digitale e nell’Industria 4.0, possono contare su un sostegno costante da parte dello Stato attraverso una serie di agevolazioni e incentivi mirati. Questo supporto è il Piano Nazionale Transizione 4.0 ed è stato rinnovato anche per il triennio 2023-2025, per il quale il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (precedentemente noto come Ministero per lo Sviluppo Economico) ha stanziato risorse significative allo scopo di promuovere e incentivare l’adozione dell’innovazione nel settore industriale. Tra queste risorse troviamo anche il credito d’imposta 4.0. Ma cos’è esattamente? Come funziona? E come richiederlo? Per scoprirlo, continua a leggere questa guida che abbiamo dedicato interamente al Credito d’imposta 4.0.

Transizione 4.0: il piano adotta il credito d’imposta per supportare le PMI

Prima di approfondire il credito d’imposta 4.0, è bene aprire una piccola parentesi sul piano di Transizione 4.0, costituisce un piano economico mirato a incentivare gli investimenti in Italia, con l’obiettivo di renderli più attrattivi per gli operatori economici. La strategia principale adottata dal Governo per questo piano è quella del credito d’imposta, un vantaggio fiscale che consente ai beneficiari di dedurre una parte delle imposte che normalmente dovrebbero versare allo Stato.

Cos’è il credito d’imposta 4.0?

Nel concreto, il credito d’imposta 4.0 è una agevolazione per le imprese che investono in beni strumentali materiali e immateriali. Si tratta di un vero e proprio “rimborso” pari a percentuali variabili del costo sostenuto per l’acquisto dei suddetti beni.

Questa agevolazione si configura come evoluzione del precedente Iperammortamento.  Rispetto al passato, la normativa del 2023 cambia le percentuali di aliquota e rende i tempi di fruizione dei crediti più rapidi. In comune con le misure degli anni precedenti restano invece i presupposti: si può chiedere il credito per l’acquisto di beni rivolto all’evoluzione tecnologica dell’azienda, alla interconnessione di strumenti, persone e reti in un dialogo digitale.

Credito d’imposta 4.0: a chi è rivolto

Il credito d’imposta 4.0, è disponibile per tutte le imprese che operano nel territorio italiano, comprese le filiali o rappresentanze di soggetti non residenti. Questo beneficio fiscale è accessibile a prescindere da diversi fattori, tra cui:

  • La forma legale dell’impresa.
  • L’appartenenza a qualsiasi settore economico.
  • Le dimensioni dell’azienda.
  • Il regime fiscale utilizzato per calcolare il reddito.

Tuttavia, ci sono alcune eccezioni. Non possono usufruire di questo credito d’imposta:

  • Le imprese che si trovano in uno stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità o in altre procedure concorsuali, anche se alcuni di questi procedimenti sono ancora in corso.
  • Le imprese che sono soggette a sanzioni interdittive ai sensi dell’articolo 9, comma 2, del Decreto Legislativo n. 231/2001.

Inoltre, per poter beneficiare di questo vantaggio fiscale, è necessario rispettare le normative sulla sicurezza sul lavoro pertinenti per il proprio settore e adempiere correttamente agli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori.

Cosa posso finanziare con il credito d’imposta?

Le disposizioni del Piano 4.0 prevedono l’assegnazione di un credito d’imposta con aliquote variabili a seconda della categoria di beni coinvolta. In particolare, tali disposizioni riguardano due categorie di spese connesse alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese:

  1. L’acquisizione di beni strumentali 4.0, che comprendono sia beni materiali che immateriali.
  2. Gli investimenti in ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e creatività estetica.

Nel 2023, infatti, il credito d’imposta per la formazione 4.0 non è ancora stato rinnovato. Questo credito aveva l’obiettivo di potenziare le competenze dei dipendenti attraverso la fornitura di programmi di formazione incentrati sulle tecnologie 4.0.

Credito d’imposta 4.0: quali agevolazioni prevede

Per ogni categoria di investimento sono previste diverse percentuali agevolative. Vediamole nel dettaglio.

Credito d’imposta beni materiali 4.0

Il credito d’imposta beni materiali 4.0 è destinato alle imprese interessate a acquisire nuovi beni strumentali per la digitalizzazione delle loro attività commerciali. L’entità del credito e il massimale concesso variano a seconda che si tratti di beni materiali (quali macchinari e attrezzature) o immateriali (come software e licenze).

In particolare, per quanto concerne i beni materiali 4.0, attualmente sono in vigore le seguenti agevolazioni:

  • Un credito d’imposta del 20% per le spese fino a 2,5 milioni di euro.
  • Un credito d’imposta del 10% per le spese comprese tra 2,5 e 10 milioni di euro.
  • Un credito d’imposta del 5% per le spese nell’intervallo tra 10 e 20 milioni di euro, che rappresenta il massimale ammissibile.

Credito d’imposta beni immateriali o software 4.0

Per quanto riguarda i beni immateriali 4.0, il credito d’imposta stabilito per il 2023 è pari al 20% del costo sostenuto per l’acquisto del bene immateriale, con un limite massimo delle spese ammissibili di 1 milione di euro.

Tale aliquota diminuirà nel corso del biennio 2023-2025, scendendo al 15% nel 2024 e al 10% nel 2025.

Credito d’imposta 4.0 investimenti in ricerca, sviluppo, innovazione e design

In merito al bonus fiscale destinato agli investimenti in ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica, le attuali aliquote sono distribuite come segue:

  • Per le attività di ricerca e sviluppo, è previsto un credito d’imposta pari al 10%, con un massimale annuale di 5 milioni di euro.
  • Per le attività legate all’innovazione, al design e all’ideazione estetica, si applica un credito d’imposta del 5%, limitato a un massimo annuale di 2 milioni di euro.
  • Per le iniziative di innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale, mirate a promuovere la transizione ecologica o l’innovazione digitale 4.0, è previsto un credito d’imposta del 10%, con un tetto massimo annuale di 4 milioni di euro.

Il credito d’imposta 4.0 è fruibile dopo l’interconnessione del bene

Una volta chiarito chi può avere diritto al credito d’imposta 4.0 e quali sono gli acquisti per i quali si possono ottenere le agevolazioni, vediamo come ottenere le agevolazioni.

Innanzitutto, il credito d’impresa 4.0 rappresenta un contributo che si matura nel momento della presentazione della dichiarazione dei redditi, e diviene utilizzabile a partire dall’anno del “avvenuta interconnessione dei beni”.

Perciò, è cruciale valutare due momenti fondamentali:

  1. L’investimento deve essere effettuato nel periodo agevolato.
  2. L’azienda inizia a godere dell’agevolazione (che può essere sotto forma di iperammortamento o credito d’imposta) quando il bene entra in funzione e viene interconnesso. Questo momento deve essere ufficialmente identificato attraverso una certificazione o perizia.

A titolo di esempio, consideriamo il caso di un’impresa che acquista una macchina consegnata il 30/11/2023. Questa macchina entra in funzione e viene interconnessa il 10/03/2024. Di conseguenza:

  • L’azienda acquisisce il diritto alla percentuale di credito stabilita dalla Legge 178/2020 per l’anno 2023, poiché l’investimento in questo bene strumentale nuovo è stato “effettuato” entro il 31/12/2023.
  • Il credito d’imposta può essere utilizzato solo a partire dal mese di aprile 2024, poiché è in questo anno che il bene “entra in funzione” e viene interconnesso (l’interconnessione avviene successivamente).

Riassumendo, il credito d’imposta 4.0 si fruisce:

  • in compensazione;
  • in tre aliquote;
  • a partire dall’anno dell’avvenuta interconnessione dei beni.

Credito d’imposta industria 4.0: i documenti necessari

Specifichiamo adesso qual è la documentazione necessaria – e che si è tenuti a conservare – per avvalersi del credito d’imposta e determinare l’effettivo diritto alle agevolazioni.

1. Fatture e altri documenti d’acquisto per accedere al Credito d’imposta

Tutte le fatture e i documenti di acquisto relativi ai beni strumentali acquistati devono essere conservate al fine di ottenere il credito d’imposta 4.0. È importante ricordare che tutta la documentazione dovrà essere debitamente conservata, pena l’esclusione dal beneficio. 

Le fatture devono riportare il riferimento alle disposizione agevolative, in particolare:

  • Fatture cartacee: il riferimento alle disposizioni agevolative deve essere riportato dall’acquirente sulla copia originale della fattura – sia quella dell’acconto che quella di saldo – con scrittura indelebile;
  • Fatture elettroniche: stampare il documento di spesa e apporre la scritta indelebile (riferimento alle agevolazioni) e conservare quindi la copia stampata.

2. Attestazione di conformità rilasciata dal venditore

L’attestazione di conformità rilasciata dal venditore o costruttore è un documento che ha valore legale e attesta che le attrezzature acquistate rispondono alle caratteristiche (obbligatorie e facoltative) che rendono il bene strumentale eleggibile per le agevolazioni.

3. Attestato di avvenuta interconnessione

L’attestato di avvenuta interconnessione deve essere predisposto dall’acquirente o utilizzatore del bene strumentale. Questa pratica deve essere correlata da analisi o perizia tecnica.

4. Perizia tecnica

La perizia tecnica è obbligatoria per alcuni beni e non per altri, ma in ogni caso è sempre consigliata in quanto costituisce una sorta di garanzia aggiuntiva per il riconoscimento dell’agevolazione

Quando è obbligatoria la perizia tecnica?

La discriminante sull’obbligatorietà è costituita dal valore del bene acquistato: per beni strumentali il cui valore supera i 300.000 euro, l’analisi tecnica diventa condizione necessaria per ottenere il riconoscimento del credito d’imposta 4.0.

Nei casi in cui la perizia tecnica non sia obbligatoria, la normativa richiede un’autodichiarazione redatta dal legale rappresentante dell’impresa, che indichi l’aderenza alla normativa e la corrispondenza delle caratteristiche del bene acquistato a quelle indicate per l’ottenimento dell’agevolazione.

Perizia tecnica: chi la redige e cosa deve contenere

La perizia tecnica deve essere redatta da un ingegnere o perito industriale iscritti agli albi professionali. Il documento deve contenere:

  • La descrizione del bene strumentale acquistato e delle sue componenti e accessori, compresa l’indicazione del costo come indicato in fattura, o nei documenti di leasing;
  • Descrizione delle caratteristiche che soddisfano i requisiti per il riconoscimento dell’agevolazione (quelle indicate nel paragrafo “bene materiali 4.0”, vedi sopra);
  • Verifica dell’interconnessione con allegata la documentazione che dimostra la presenza e il funzionamento del dialogo continuo tra macchine e sistema informativa;
  • Documentazione relativa ai flussi di dati riferiti all’integrazione della macchina con il sistema produttivo. 

La documentazione dovrà essere fornita e consegnata al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che effettuerà le opportune verifiche e autorizzerà la fruizione del credito d’imposta.

Credito d’imposta 4.0: come si calcola? [Esempio pratico]

Per comprendere il calcolo del credito d’imposta, esaminiamo un esempio pratico.

Supponiamo che un’azienda abbia investito 100.000 euro in un’attività per cui, nell’anno 2023, la percentuale di costi detraibili è pari al 20%. In questo scenario, l’azienda avrà diritto a un credito d’imposta pari a 20.000 euro, ovvero il 20% dell’importo investito. L’azienda potrà quindi utilizzare questo importo per dedurre i debiti fiscali che ha nei confronti dell’Erario, direttamente al momento della dichiarazione dei redditi.

Nel caso in cui l’importo del credito d’imposta superi l’ammontare dei debiti fiscali, l’azienda avrà la possibilità di utilizzare il residuo del credito per compensare le proprie imposte nei periodi successivi.

Credito d’imposta industria 4.0 e cumulo con altre agevolazioni

Il credito d’imposta può essere accumulato con altre agevolazioni che riguardano gli stessi costi, a condizione che tale accumulo, considerando anche l’assenza di impatto sulla determinazione del reddito e della base imponibile IRAP del credito stesso, non superi il costo effettivamente sostenuto.

A questo proposito, la circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 9/E/2021 specifica che il vantaggio fiscale può essere combinato con altre misure favorevoli, sia di natura fiscale che non fiscale, che riguardano gli stessi costi ammissibili al credito d’imposta, purché non superino l’importo totale delle spese sostenute. Eventuali restrizioni aggiuntive alla fruizione del credito d’imposta possono derivare dalla possibilità che le regole di queste altre misure favorevoli proibiscano l’accumulo con altre disposizioni di agevolazione.

Come richiedere il credito d’imposta 4.0?

Per le percentuali di aliquota previste, e per la cumulabilità delle agevolazioni, il credito d’imposta 4.0 si configura come un’opportunità importantissima per la crescita delle imprese, che possono recuperare fino al 100% dell’investimento effettuato. 

La misura pone l’accento anche sull’importanza che lo Stato sta dando allo sviluppo digitale dei diversi apparati, da cui le aziende private non vengono escluse. Con queste misure le imprese sono spinte a diventare sempre più smart.

Beneficiare delle diverse tipologie di agevolazioni aziendali è possibile grazie a Finera, che offre supporto costante al tessuto delle micro, piccole e medie imprese italiane. 

Con il supporto di un consulente specializzato in finanza agevolata, Finera si occupa della richiesta di agevolazione, facendo così risparmiare tempo prezioso all’imprenditore, il quale potrà beneficiare di una corretta presentazione dell’istruttoria presso gli uffici competenti nei tempi e nei modi previsti.

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