Il credito d’imposta ricerca e sviluppo 2023 è una delle misure riconfermate con la Finanziaria 2023 e mira a sostenere la competitività delle imprese, stimolando gli investimenti in R&S, innovazione tecnologica, imprese 4.0, economia circolare, design e ideazione estetica. Per quest’anno, il tax credit è ancora disponibile e le percentuali variano dal 5% al 20%, per un limite massimo annuale di 2 milioni, 4 milioni o 5 milioni di euro. Ma esattamente, cos’è e come funziona il credito d’imposta ricerca e sviluppo? E, soprattutto, a chi è rivolto e come si fa ad ottenerlo? Continua a leggere questa breve guida per rispondere a tutte queste domande.

Guida al Credito d’imposta R&S 2023
- Cos’è e a cosa serve il credito d’imposta Ricerca e Sviluppo
- A chi spetta il credito d’imposta per R&S?
- Come funziona il credito per ricerca e sviluppo nel 2023?
- Spese ammissibili per il credito R&S 2023
- Come richiedere il credito d’imposta ricerca e sviluppo?
- Documenti necessari per il riconoscimento del credito d’imposta
- Chi supporta le aziende per accedere al credito d’imposta R&S?
Cos’è e a cosa serve il credito d’imposta Ricerca e Sviluppo
Il Credito d’Imposta per Ricerca e Sviluppo è un’agevolazione rivolta a tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, indipendentemente dalla natura giuridica, dal settore economico di appartenenza o dalla dimensione. Fino al 31 dicembre 2025, la misura è fruibile in percentuali differenti, ossia del 5, del 10, del 15 o del 20%, a seconda dei settori di investimento.
L’obiettivo principale del credito d’imposta è sostenere la competitività delle imprese, stimolando gli investimenti in ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, imprese 4.0 e transizione green.
A chi spetta il credito d’imposta per R&S?
Il Credito d’Imposta per Ricerca e Sviluppo si rivolge a tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti. Per poter fruire di questo beneficio, le aziende devono rispettare le normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e aver versato correttamente i contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori.
Non possono accedere al credito R&S le imprese in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale, altra procedura concorsuale e, infine, le aziende destinatarie di sanzioni interdittive.
Come funziona il credito per ricerca e sviluppo nel 2023?
Il credito d’imposta può essere fruito in compensazione ai sensi del D.Lgs. n. 241/1997 e successive modificazioni ed integrazioni, mediante il modello F24 telematico, e ai sensi del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241. In alternativa, le imprese possono optare per la cessione del credito d’imposta ai fornitori o altri soggetti, previo accreditamento dell’importo presso un intermediario finanziario.
Il credito d’imposta può essere utilizzato in compensazione solo in presenza di un debito d’imposta verso lo Stato, e comunque fino al limite massimo annuale stabilito per ogni differente settore. L’eventuale eccedenza non utilizzata potrà essere riportata nei periodi d’imposta successivi, nel rispetto dei limiti previsti.
Le attività per cui può essere richiesto il credito sono tre:
- Attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico e tecnologico.
- Attività di innovazione tecnologica finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati. Il credito vale anche per le attività di innovazione tecnologica 4.0 e green.
- Attività di design e ideazione estetica.
Per la corretta applicazione delle definizioni di queste tre attività, si fa riferimento al Decreto attuativo 26 maggio 2020 del Ministero dello Sviluppo Economico, tenendo conto dei principi generali e dei criteri contenuti nel Manuale di Frascati dell’OCSE.
Spese ammissibili per il credito R&S 2023
La legge di bilancio n. 160 del 27 dicembre 2019 prevede dei crediti d’imposta per le spese sostenute dalle imprese, differenziandoli in base alle 3 tipologie di attività ammesse che abbiamo visto nel paragrafo precedente. Le spese ammissibili quindi variano a seconda che il credito venga richiesto per attività di ricerca e sviluppo, per attività di innovazione tecnologica, o per design e ideazione estetica.
Spese ammissibili per le attività di ricerca fondamentale
Per quanto riguarda la ricerca e sviluppo, le spese ammissibili al credito d’imposta comprendono quelle relative al personale impiegato nelle operazioni di ricerca e sviluppo, alle quote di ammortamento, canoni di locazione finanziaria o semplice e altre spese relative ai beni materiali mobili e software utilizzati nei progetti, ai contratti di ricerca esterna e ai servizi di consulenza. Inoltre, sono ammesse anche le spese relative all’acquisto di privative industriali e ai materiali, forniture e prodotti impiegati nei progetti di ricerca e sviluppo.
Spese ammissibili per le attività di innovazione tecnologica
Per l’attività di innovazione tecnologica, le spese ammissibili includono quelle per il personale impiegato nelle operazioni di innovazione tecnologica, le quote di ammortamento, canoni di locazione finanziaria o semplice e altre spese relative ai beni materiali mobili e software utilizzati nei progetti, ai contratti di innovazione esterna e ai servizi di consulenza. Inoltre, sono ammesse anche le spese per materiali, forniture e prodotti impiegati nelle attività di innovazione tecnologica.
Spese ammissibili per le attività di design e ideazione estetica
Per l’attività di design e ideazione estetica, le spese ammissibili al credito d’imposta comprendono quelle per il personale impiegato presso le strutture produttive dell’impresa nelle attività di design e ideazione estetica, le quote di ammortamento, canoni di locazione finanziaria o semplice e altre spese relative ai beni materiali mobili utilizzati nelle attività di design e innovazione estetica, ai contratti di design esterno e ai servizi di consulenza. Inoltre, sono ammesse anche le spese per materiali, forniture e prodotti analoghi impiegati nelle attività di design e ideazione estetica.
Ricapitolando, la legge prevede dei crediti d’imposta per le imprese che investono nelle attività di ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica e design e ideazione estetica, riconoscendo come spese ammissibili quelle relative al personale impiegato, alle spese per i beni materiali e software, ai contratti di ricerca o di design esterni e ai servizi di consulenza. In questo modo, si promuove la crescita delle imprese attraverso l’innovazione e lo sviluppo di nuove idee e prodotti.
Come richiedere il credito d’imposta ricerca e sviluppo?
La richiesta di accesso al credito d’imposta ricerca e sviluppo deve essere presentata annualmente entro il termine di presentazione della dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta nel quale le spese ammissibili sono state sostenute.
La richiesta va effettuata, come anticipato in precedenza, tramite il modello F24, compilando i dati richiesti nella sezione “codici tributo”. Nella sezione “importi a credito” andrà invece inserita l’entità del credito d’imposta chiesto.
Le imprese che hanno sostenuto spese ammissibili per l’anno precedente e non hanno esaurito il limite massimo annuale potranno presentare un’unica richiesta, relativa all’anno precedente e all’anno in corso, entro il termine di presentazione della dichiarazione dei redditi dell’anno successivo a quello di sostenimento delle spese.
Documenti necessari per il riconoscimento del credito d’imposta
Affinché le spese sostenute dalle imprese siano ammissibili per il riconoscimento del credito d’imposta, è necessario che l’effettivo sostenimento sia certificato dal soggetto incaricato della revisione legale dei conti. Le imprese non soggette all’obbligo di revisione legale dei conti possono includere le spese sostenute per ottenere la certificazione nel calcolo del credito d’imposta, fino a un massimo di 5.000 euro.
Inoltre, le imprese devono redigere e conservare una relazione tecnica asseverata (ossia una perizia effettuata da tecnici abilitati, che si assumono la responsabilità sulla veridicità di quanto dichiarato) che descriva le finalità, i contenuti e i risultati delle attività ammissibili svolte in ciascun periodo d’imposta, relative ai progetti o sotto-progetti in corso di realizzazione. Tale relazione deve essere preparata dal responsabile aziendale delle attività ammissibili o del responsabile del progetto o sotto-progetto e deve essere controfirmata dal rappresentante legale dell’impresa. Nel caso in cui le attività ammissibili siano state commissionate a soggetti terzi, la relazione deve essere redatta e rilasciata all’impresa dal soggetto commissionario che esegue le attività.
Chi supporta le aziende per accedere al credito d’imposta R&S?
Se la tua azienda ha investito in ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica, potrebbe avere diritto al credito d’imposta. Tuttavia, l’iter burocratico richiede tempo e documentazione che spesso viene compilata in modo erroneo. Per questo motivo è sempre consigliato affidarsi a specialisti che supportano le aziende per accedere al credito d’imposta.
Con Finera, puoi richiedere una consulenza gratuita per capire se la tua azienda ha i requisiti per accedere all’agevolazione ed essere supportato nella presentazione della richiesta. I nostri esperti ti aiuteranno a verificare se le spese sostenute sono ammissibili e a calcolare l’importo del credito d’imposta. Inoltre, potremo assisterti con documentazione necessaria per la richiesta all’Agenzia delle Entrate.
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