Il credito d’imposta è un credito che l’azienda ha solitamente nei confronti dello Stato, ma può averlo anche verso altri enti pubblici come regioni, comuni, INAIL e INPS. Ci sono varie tipologie di crediti d’imposta, che possono essere usate per compensare eventuali debiti dell’azienda nei confronti dell’Erario, per il pagamento dei tributi e, quando ammesso, se ne può anche chiedere il rimborso nella dichiarazione dei redditi.
I crediti d’imposta sono dunque un valido strumento di agevolazione fiscale in aiuto a imprenditori e imprese. Nel corso di questi anni ne sono stati disposti diversi: il credito d’imposta per il Mezzogiorno, per i beni strumentali e per la sanificazione. Per avere maggiori dettagli e scoprire come accedere ai crediti d’imposta, continua a leggere questa guida.

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Indice
Cos’è il credito d’imposta?
In termini strettamente fiscali, il credito d’imposta è un’agevolazione, o meglio un credito, che un “contribuente” (sia esso un’impresa o una persona fisica) ha maturato nei confronti dello Stato. Va precisato che, nonostante è stato utilizzato il termine “agevolazione”, il credito d’imposta non va confuso con il finanziamento. Generalmente viene compensato attraverso le tasse da riconoscere al Fisco.
Nello specifico, le dichiarazioni di credito d’imposta in compensazione (previste attraverso il modello F24) includono tutte le tipologie di credito: IVA, IRPEF, IRES, IRAP, (sono comprese anche addizionali ed imposte sostitutive). Ma non è l’unico modo. Oltre alla compensazione, infatti, è possibile effettuare anche una cessione del credito d’imposta per ottenere liquidità.
Può essere ceduto a terzi, mantenendo la facoltà a quest’ultimi di poter effettuare una successiva cessione del credito ad altri soggetti. Colui che “riceve” il credito d’imposta, potrà usufruire di quest’ultimo con le stesse modalità previste per il soggetto cedente. Una volta chiarito il concetto di credito d’imposta è essenziale capire come quest’ultimo viene applicato.
Come funziona il credito d’imposta?
Per sostenere gli investimenti delle imprese, lo Stato mette a disposizione degli incentivi sotto forma di credito d’imposta. Nello specifico, lo Stato si fa carico del pagamento di una parte dell’investimento attraverso il credito d’imposta, lasciando da pagare all’impresa solo una parte dell’investimento fatto. Gli incentivi erogati dallo Stato attraverso il credito d’imposta sono diversi.
Credito d’imposta beni strumentali
Per il processo di transizione tecnologica e digitale delle imprese in chiave Industria 4.0 e beni ordinari. Approvata dalla Legge 178/2020 (Legge di Bilancio 2021 – Art. 1 commi 1051-1063), questa agevolazione è rivolta a sostenere il processo di transizione tecnologica e digitale delle imprese in chiave Industria 4.0. Ma chi può accedere al credito d’imposta beni strumentali? Possono beneficiare di questa agevolazione:
- Tutte le imprese aventi sede in Italia;
- Esercenti arti e professioni (solo per beni diversi da quelli indicati negli Allegati A e B della L.).
Detto questo, va fatta una precisazione importante; gli interventi agevolabili devono essere effettuati dal 16/11/2020 al 31/12/2022, ovvero effettuati entro il 30/06/2023 a condizione che entro il 31/12/2022 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione del bene. Sono escluse dall’agevolazione le imprese in procedura di liquidazione o concorsuale, interdette, non in regola con le normative di sicurezza nei luoghi di lavoro e con obblighi di versamento dei contributi previdenziali nei confronti dei lavoratori.
I beni agevolabili con il credito d’imposta beni strumentali
L’agevolazione prevede un credito d’imposta con aliquote e massimali di spesa distinti sul costo di acquisizione in relazione alle diverse tipologie di beni agevolabili come:
- Beni materiali nuovi strumentali 4.0: Macchinari e attrezzature controllate da sistemi computerizzati (es. macchine laser, macchinari d’imballaggio e confezionamento, impianti robotizzati, ecc.);
- Beni immateriali nuovi strumentali 4.0: Software, sistemi e system integration, piattaforme e applicazioni (es. 3D, industrial analytics, big data, cybersecurity, cloud computing, software gestionali, ecc.);
- Beni ordinari (materiali e immateriali): Macchinari ed attrezzature (es. muletti, carrelli elevatori, pale meccaniche, forni, piani di lavoro, celle refrigerate, ecc.).
Le aliquote del credito d’imposta beni strumentali
Per ognuno dei beni di cui sopra, l’aliquota e l’investimento massimo agevolabile è differente in base alla tipologia di bene ed al periodo di effettuazione. Nello specifico, per beni materiali ordinari:
- relativamente a interventi effettuati tra il 16/11/2020 e il 31/12/2021: è elevabile dal 10% al 15% in caso di Smartworking fino a 2.000.000€;
- per interventi effettuati tra il 01/01/2022 e il 31/12/2022: al 6% fino a 2.000.000€;
Per quanto riguarda i beni immateriali:
- relativamente a interventi effettuati tra il 16/11/2020 e il 31/12/2021: elevabile dal 10% al 15% in caso di Smartworking fino a 1.000.000€;
- per interventi effettuati tra il 01/01/2022 e il 31/12/2022: 6% fino a 1.000.000€;
Invece, per i beni materiali e immateriali 4.0:
- relativamente a interventi effettuati tra il 16/11/2020 e il 31/12/2021:
- 50% fino a 2.500.000€;
- 30% da 2.000.000€ a 10.000.000€;
- 10% da 10.000.000€ a 20.000.000€;
- Beni materiali 4.0 (interventi effettuati tra il 01/01/2022 e il 31/12/2022):
- 40% fino a 2.500.000€;
- 20% da 2.500.000€ a 10.000.000€;
- 10% da 10.000.000€ a 20.000.000€;
- Beni immateriali 4.0 (interventi effettuati tra il 16/11/2020 e il 31/12/2021): al 20% fino a 1.000.000€.
Per i beni di cui sopra, sono inclusi gli investimenti effettuati entro il 30/06 dell’anno X+1 validamente prenotati (ordine accettato dal venditore e pagamento di acconti almeno pari al 20% del costo di acquisizione del bene) entro il 31/12 dell’anno X.
L’utilizzo in compensazione: cosa prevede?
Il credito d’imposta, come detto in precedenza, è utilizzabile principalmente in compensazione. In questo caso è distribuito in tre quote annuali di pari importo a decorrere dall’anno di avvenuta interconnessione (per i beni di cui agli allegati A e B della L. 232/2016) e in un’unica soluzione a decorrere dall’anno di entrata in funzione per i beni “ordinari”. Il credito d’imposta beni strumentali è soggetto a comunicazione al MISE e non concorre alla formazione del reddito nonché della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive.
Tutti i soggetti che si avvalgono del credito d’imposta sono tenuti a conservare, pena la revoca del beneficio, la documentazione idonea a dimostrare l’effettivo sostenimento e la corretta determinazione dei costi agevolabili.
Credito d’imposta per il Mezzogiorno
Si tratta di un’agevolazione mirata a sostenere le imprese che acquistano beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nelle regioni del Mezzogiorno. Possono, dunque, beneficiare tutte le imprese residenti nelle regioni della Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo, comprese le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale di determinazione del reddito dell’impresa.
Quali imprese sono escluse?
Non rientrano nell’agevolazione l’industria siderurgica, carbonifera, di costruzione navale, di fibre sintetiche, di trasporti, di produzione e distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche, del settore creditizio, finanziario e del settore assicurativo.
Oltretutto sono escluse, indipendentemente dal settore:
- Le imprese in stato di liquidazione volontaria, fallimento o altra procedura concorsuale prevista dalla legge fallimentare (dal codice di cui al D.Lgs. n. 14/2019, o da altre leggi speciali);
- Le imprese destinatarie di sanzioni interdittive (ai sensi dell’articolo 9, comma 2, del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231);
- Le imprese non in regola con le normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e con gli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori.
Beni agevolabili con il credito d’imposta Mezzogiorno
Il credito d’imposta per il Mezzogiorno agevola gli acquisti di beni strumentali nuovi facenti parte di un progetto di investimento iniziale o comunque un investimento che sia relativo:
- Alla creazione di un nuovo stabilimento;
- All’ampliamento della capacità di uno stabilimento esistente;
- Alla diversificazione della produzione di uno stabilimento per ottenere prodotti mai fabbricati precedentemente;
- Ad un cambiamento fondamentale del processo produttivo complessivo di uno stabilimento esistente.
Per beni strumentali nuovi devono intendersi le seguenti categorie:
- Impianti e macchinari (Voce di Bilancio B.II.2);
- Attrezzature industriali e commerciali (Voce di Bilancio B.II.3).
I beni ammessi dal credito devono essere durevoli e utilizzati come strumento di produzione. Sono agevolabili anche i beni acquistati in leasing, a patto che si eserciti l’opzione di acquisto.
Quali sono, invece, i beni non agevolabili?
In questo caso, non rientrano nell’agevolazione le merci destinate alla vendita e gli assemblati. E, in ogni caso, i macchinari, le attrezzature e gli impianti previsti nell’agevolazione devono essere acquistati solo per strutture situate nel territorio nazionale. Il credito d’imposta per il Mezzogiorno è riconosciuto alle imprese in diverse percentuali in base alle dimensioni dell’impresa stessa. Nello specifico al:
- 45% per le piccole imprese;
- 35% per le medie imprese;
- 25% per le grandi imprese.
Il credito d’imposta Mezzogiorno è cumulabile con altre agevolazioni
Un vantaggio aggiuntivo per questa misura è dettato dalla cumulabilità. Il credito d’imposta per il Mezzogiorno è cumulabile con altre agevolazioni che abbiano ad oggetto i medesimi costi, a condizione che tale cumulo non porti al superamento del costo sostenuto (Es. Credito d’Imposta Beni Strumentali). La compensazione del credito può essere esercitata a partire dal quinto giorno successivo alla data di rilascio della ricevuta attestante la fruibilità del credito.
L’ammontare del credito utilizzato in compensazione, anche in più soluzioni, non può eccedere l’importo risultante dalla ricevuta dell’Agenzia delle entrate, pena lo scarto del modello F24. Infine, bisogna ricordare che i beneficiari potranno utilizzare esclusivamente il credito d’imposta maturato, ossia il credito d’imposta relativo agli investimenti già realizzati al momento della compensazione.
Credito d’imposta sanificazione
Un’ultima agevolazione introdotta dallo Stato per favorire l’azione di misure dirette a contenere e contrastare la diffusione del COVID-19 è il credito d’imposta sanificazione. Si tratta di un sostegno importante e necessario rivolto ai soggetti che, durante l’emergenza epidemiologica, hanno adottato misure di adeguamento degli ambienti di lavoro, di sanificazione e acquisto dei dispositivi di protezione.
Previsto dal Decreto-Legge 25 maggio 2021, n. 73 (Decr. Sostegni Bis Misure urgenti connesse all’emergenza da COVID-19) il credito d’imposta sanificazione può essere richiesto da:
- Soggetti esercenti attività d’impresa, arti e professioni;
- Enti non commerciali, compresi gli enti del Terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti;
- Strutture ricettive extra-alberghiere a carattere non imprenditoriale.
Spese ammesse dal credito d’imposta sanificazione
Sono ammissibili dal credito d’imposta sanificazione le spese sostenute per:
- la sanificazione degli ambienti nei quali è esercitata l’attività lavorativa e istituzionale e degli strumenti utilizzati nell’ambito di tali attività;
- la somministrazione di tamponi a coloro che prestano la propria opera nell’ambito delle attività lavorative;
- l’acquisto di dispositivi di protezione individuale (es. mascherine, guanti, visiere e occhiali protettivi, tute di protezione e calzari, che siano conformi ai requisiti essenziali di sicurezza previsti dalla normativa europea);
- acquistare prodotti detergenti e disinfettanti;
- l’acquisto di dispositivi di sicurezza diversi da quelli di cui alla lettera c), (es. termometri, termo-scanner, tappeti e vaschette decontaminanti e igienizzanti, che siano conformi ai requisiti essenziali di sicurezza previsti dalla normativa europea). Sono incluse le eventuali spese di installazione;
- acquistare dispositivi atti a garantire la distanza di sicurezza interpersonale (es. barriere e pannelli protettivi). Sono incluse le eventuali spese di installazione.
Il credito d’imposta sanificazione copre nella misura del 30% le spese che sono state sostenute nei mesi di giugno, luglio ed agosto 2021 per la sanificazione degli ambienti e degli strumenti utilizzati, per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale e di altri dispositivi atti a garantire la salute dei lavoratori e degli utenti comprese le spese per la somministrazione di tamponi per il COVID-19.
Il credito spetta fino ad un massimo di 60.000 euro per ciascun beneficiario, nel limite complessivo di 200.000 milioni di euro per l’anno 2021. Quest’ultimo è utilizzabile nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in compensazione. L’agevolazione non concorre alla formazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive. Con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate, saranno stabiliti i criteri e le modalità di applicazione e di fruizione del credito d’imposta.
Come accedere al credito d’imposta?
Per accedere alle agevolazioni del Credito d’Imposta è possibile rivolgersi a Finera, società di mediazione del credito a sostegno delle piccole e medie imprese italiane. Finera è in grado di fornire costante supporto ad imprenditori ed imprese che intendono accedere ad agevolazioni, prestiti, bandi e finanziamenti.
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