Guida al Business Plan: cos’è, a cosa serve e come farlo in modo efficace

Guida al business plan

Il business plan è un documento molto importante per qualsiasi tipo di impresa. Inoltre, ci sono occasioni in cui poter fornire un business plan può fare un enorme differenza in termini di ottenimento di finanziamenti da parte di investitori o strumenti di finanza agevolata. Ma conosci davvero l’importanza di avere un business plan ben fatto? E sai costruirlo in modo efficace?
Se sei andato nel panico ogni volta che ti sei trovato davanti alla richiesta di redigere un business plan o se sei alla ricerca di consigli per fare il tuo piano di business, questa guida fa per te. Continua a leggere per trovare tutte le risposte alle tue domande su cos’è il business plan e come farlo.

Tempo di lettura stimato: 14 minuti

Cos’è il business plan

Lo scopo del business plan è quello di descrivere un progetto d’impresa. In particolare, il business plan scende nel dettaglio di come un progetto intenda trasformare un’idea in un’azienda vera e propria, che fornisce prodotti, servizi e crea profitto.
I business plan sono quindi documenti personalizzati per ciascun progetto aziendale, ma presentano comunque tutti una struttura simile. Analizzando questa struttura abbastanza standard, abbiamo la possibilità di comprendere fino in fondo cos’è un business plan e quali sono le informazioni necessarie per comporlo.

Come fare un business plan: la struttura

Se ti stai chiedendo come fare un business plan, conoscere la sua struttura fondamentale ti sarà di grande aiuto. Illustrare i diversi punti nel dettaglio, inoltre, ci dà la possibilità di individuare tutto ciò che un business plan ben costruito deve contenere.
La struttura generale di un business plan si articola nel mondo seguente:

  1. Indice
  2. Executive summary
  3. Descrizione di impresa
  4. Descrizione del prodotto o servizio
  5. Analisi di mercato
  6. Marketing
  7. Piano Operativo
  8. Struttura Organizzativa
  9. Piano finanziario
  10. Allegati

Ognuno di questi punti può essere considerato come una sezione del tuo business plan. Passiamo ora a capire più nel dettaglio quali informazioni devono contenere le diverse sezioni.

1. L’indice del business plan

L’indice elenca semplicemente le varie sezioni che seguiranno, con l’indicazione della pagina alla quale trovarle. Se consegni il business plan in digitale, per esempio in formato PDF, potresti aggiungere dei link a ogni voce dell’indice che puntano alla sezione di riferimento, in modo da facilitare la consultazione del documento.

2. Executive summary

Summary in inglese significa “riassunto”. Lo scopo di questa sezione è infatti quello di riassumere l’idea di impresa e i punti chiave dell’intero business plan.
Nonostante sia la prima sezione che compare sul tuo business plan, di solito questa viene redatta alla fine, proprio perché serve a riassumere le informazioni chiave del documento.
Questa è anche la prima sezione che i potenziali finanziatori leggeranno: è importante che sia redatta in modo chiaro, ma deve anche essere accattivante. Lo scopo è quello di invogliare i finanziatori a continuare a leggere il business plan, incuriositi dalle potenzialità del progetto, dal possibile ritorno economico, o dal contributo che il progetto può dare alla comunità.

3. Descrizione dell’impresa

Dopo l’indice e il “summary”, che dà una descrizione generale del progetto, anticipando quello che verrà dopo, la “descrizione dell’impresa” è la prima sezione veramente specifica.
Qui dovrai descrivere la tua impresa, o l’impresa che intendi creare. La descrizione deve scendere anche nei dettagli tecnici: qual è la sua struttura, in che settore opera, quante e quali sedi ha o avrà.
Devi raccontare anche la storia dell’impresa e, soprattutto, quali sono i suoi obiettivi.
Come vedremo, il business plan può essere anche redatto da imprese già esistenti che, ad esempio, presentano un progetto a una commissione di valutazione per un finanziamento agevolato erogato dalla Comunità Europea o dalla Stato. In questo caso, oltre alla descrizione dell’impresa, questa sezione dovrà contenere anche la descrizione del progetto per il quale si sta richiedendo il finanziamento.

4. Descrizione del prodotto o servizio

Dopo aver descritto l’impresa, è il momento di passare alla descrizione del prodotto o servizio che l’impresa offre sul mercato. Anche in questo caso, la descrizione deve essere sia qualitativa che quantitativa, senza trascurare di descrivere anche a quale bisogno/domanda di mercato il prodotto o servizio risponde. La descrizione del prodotto dovrebbe mettere in evidenza:

  • Le caratteristiche del servizio o prodotto. In questa sezione possono essere inserite anche foto, schemi, progetti…
  • La possibilità di impiego: a cosa serve il prodotto o servizio?
  • Cosa distingue il tuo prodotto o servizio da quelli dei tuoi competitor.
  • Se possiedi un brevetto per il tuo prodotto, è importante specificarlo proprio in questa sezione.

5. Analisi di mercato

Aver effettuato un’attenta analisi di mercato non è importante solo per poter poi redigere il business plan in maniera corretta, ma anche per comprendere in quale nicchia inserirti, quali sono i bisogni e i problemi del pubblico di riferimento, quale tipo di concorrenza ti troverai ad affrontare e così via.
In questa sezione, potrai illustrare le analisi di mercato che hai condotto, come le hai condotte e le conclusioni che ne hai tratto.

6. Piano di marketing

Uno degli errori più comuni per chi inizia a fare impresa è quello di considerare il marketing come un elemento accessorio. Capire come strutturare il business plan e scriverlo anche senza che sia richiesto per accedere a un finanziamento, serve a far capire al neo-imprenditore quali sono i punti che non possono essere trascurati né sottostimati.

Redigere un business plan significa, quindi, ideare e redigere anche una strategia di marketing. E la sezione “piano di marketing” sarà proprio dedicata alla sua descrizione. Anche qui dovrai scendere nel dettaglio e descrivere a quale segmento di pubblico saranno rivolte le tue campagne, quali canali vorrai utilizzare, quale identità comunicherai per il tuo brand e i tuoi prodotti o servizi e così via…
Non meno importante, in questa sezione è bene anche specificare quale fetta di budget sarà dedicata alle strategie di marketing.

7. Piano operativo

Il piano operativo scende nel dettaglio del funzionamento dell’azienda e ne descrive le operazioni quotidiane, i processi produttivi, l’organizzazione del personale. È quindi la sezione in cui dichiari ai tuoi potenziali stakeholders come intendi raggiungere gli obiettivi che ti sei prefissato.

8. Struttura organizzativa dell’impresa

In questa sezione si descrive come è strutturata l’impresa dal punto di vista formale: chi sono i soci, chi fa parte del consiglio di amministrazione, come è organizzata o come si intende organizzare la struttura gerarchica interna all’azienda.

9. Il piano finanziario

Questa sezione contiene tutte le informazioni relative agli aspetti più economici: in termini semplici, si deve indicare a quanto ammonta il budget a disposizione, da dove viene, come si intende spenderlo e anche quali sono i profitti che ci si aspetta e in quali tempistiche.
In molte occasioni, come ad esempio quando un’impresa si trova in una fase in cui è ancora alla ricerca di investitori, devono essere inserite le informazioni circa il budget che l’impresa ritiene necessario. Devve quindi specificare quanti soldi ha bisogno l’impresa / il progetto per iniziare a funzionare e creare profitto. Solo così i potenziali investitori avranno tutte le informazioni a loro disposizione per valutare l’affare.

10. Gli allegati utili al business plan

Tutte le informazioni, i documenti e i dati in tuo possesso che non trovano posto nelle sezioni precedenti del tuo business plan, possono essere aggiunti come allegati in fondo al documento.
Possono far parte degli allegati:

  • i curriculum vitae dei soci;
  • gli studi di settore;
  • le mappe e le foto della location aziendale;
  • gli elenchi dettagliati delle attrezzature;
  • le lettere di supporto da parte di futuri clienti…

Errori da evitare nella stesura del business plan

Fin qui ti ho descritto le sezioni che compongono un business plan ben strutturato. Tuttavia potrebbe essere utili vedere insieme gli errori più comuni che si commettono durante la stesura di questo documento. Errori che, in realtà, con u po’ di attenzione e cura, possono essere facilmente evitati.

No alla superficialità

Non approcciare la stesura del business plan in modo superficiale e non sottovalutarne l’importanza. Dalla qualità e il coinvolgimento che il piano imprenditoriale riesce a comunicare può dipendere la possibilità di ottenere un finanziamento importante o un investimento da parte di un privato.
Se c’è uno step della nascita di una nuova impresa che può fare la differenza è proprio quello del business plan. Approcciarlo con superficialità può compromettere il tuo successo.

Banditi gli errori ortografici o grammaticali

Nell’era della scrittura digitale gli errori ortografici sono spesso dovuti a errori di battitura. Per quanto insignificanti, questi errori sono fastidiosi per il lettore: se un membro di una commissione deve valutare decine di piani imprenditoriali, tra due di pari qualità scarterà quello scritto peggio.
Gli errori grammaticali – o come li chiamava la mia maestra delle elementari “gli orrori grammaticali” – sono ancora più fastidiosi per chi legge. La maggior parte delle persone è più abituata a comunicare con la lingua parlata piuttosto che con quella scritta, e si ritrova a commettere disattenzioni quando scrive.

Perciò, fai molta attenzione e non affidarti solo agli strumenti digitali per individuare gli errori ortografici e di grammatica; fai rileggere il tutto a qualcun’altro, in modo che non sfugga nessun “orrore” di scrittura.

Le 5W e 1H: chi, cosa, come, dove, quando e perché

Prese in prestito dalla lingua inglese, le famose 5W + 1H di solito vengono insegnate in correlazione al giornalismo. Ma who, when, where, why, what and how (chi, quando, dove, perché, come e cosa) devono essere alla base di qualsiasi progetto quando si scrive un testo che dia informazioni.

In tutto il business plan, quindi, devono essere chiari il “chi” è l’azienda, il “cosa” vuole proporre/fare, “come” lo vuole fare, per quali motivi (il “perché” – ad esempio: a seguito di un’analisi di mercato è emersa la possibilità di business legata al prodotto, in quanto non ci sono altri competitor che soddisfano il bisogno analizzato), e il “quando”. Quest’ultimo, il “quando” viene spesso omesso, ed è un errore molto grave. Infatti, quando si descrivono strategie, è bene indicare, oltre quello che si intende fare, anche entro quando intendi farlo così come, parlando dei profitti che ci si aspetta dal progetto, va inserito anche il riferimento temporale.

Evita business plan utopici

È più che normale farsi prendere dall’entusiasmo all’inizio di una nuova avventura, come può essere l’apertura di una nuova azienda e questo comporta spesso un’esposizione entusiasta e utopica dell’idea di business che abbiamo in mente. Tuttavia è importante che obiettivi, aspettative e outcome indicate nel business plan siano realistiche e concretamente attuabili.

Cerca di fare riferimento alla concorrenza

Fare riferimento alla concorrenza può servire, ad esempio, per piegare nel business plan come la tua azienda intende distinguersi dagli altri ed è una dimostrazione di quanto e come l’imprenditore conosce il mercato.
Riferirsi alla concorrenza, quindi, non è considerato un segno di debolezza o un tentativo di “rubacchiare idee”, ma anzi è una pratica utile e ben vista. Al contrario, non fare riferimento ai competitor può penalizzarti perché potresti far pensare agli stakeholder che non ti sei informato sulla concorrenza in fase di analisi di mercato.

A cosa serve il business plan?

Lo abbiamo accennato nel corso della guida, ma conviene ribadirlo in un paragrafo dedicato.
Oltre ad aiutarti a chiarire le idee sul tuo progetto e a trasformare quelle stesse idee in qualcosa di concreto, il business plan è un documento di fondamentale importanza in fase di ricerca dei fondi necessari alla creazione della nuova impresa o progetto imprenditoriale. E questo vale sia quando si propone il proprio progetto a investitori privati, sia quando si partecipa a un bando di finanza agevolata.

Infatti, tutti i bandi di finanza agevolata, sia quelli per le nuove imprese sia quelli per imprese già costituite, hanno come requisito obbligatorio la presentazione di un business plan. In alcuni casi il tuo documento viene valutato e farà quindi la differenza tra l’ottenere il finanziamento oppure no. In altri casi, invece, il business plan gioca un altro ruolo.
Quale ruolo? Facciamo un esempio. Quando un finanziamento viene erogato in ordine cronologico, e quindi non viene assegnato un punteggio al tuo progetto, ma solo un’idoneità, una volta ottenuto il finanziamento dovrai realizzare gli investimenti previsti dal tuo business plan entro un arco di tempo preciso (in genere, un anno).

Chi mi può aiutare a redigere il mio business plan?

Non è obbligatorio assumere un professionisti per la redazione del proprio business plan. Tuttavia, nel caso in cui il piano imprenditoriale sia funzionale all’ottenimento di un finanziamento o di una agevolazione, è bene farsi aiutare da un professionista. In questo caso, le figure professionali alle quali rivolgersi possono essere: il commercialista, un professionista specializzato in business plan, un consulente di finanza di impresa, o un consulente di finanza agevolata.

Devi però ricordare che, aiutare non significa delegare. Il professionista può aiutarti a strutturare le sezioni che abbiamo visto, evitando che tu possa dimenticare delle parti o usare termini scorretti, ma il contenuto devi redigerlo da solo. Sei tu che conosci l’idea, il progetto, l’impresa e solo tu puoi entrare nel dettaglio in modo precisio e puntuale.

Quanto costa fare un business plan?

Purtroppo non ho una stima precisa del costo di un business plan redatto da un professionista, perché l’entità del lavoro – e quindi il prezzo finale – dipende moltissimo dalle dimensioni e complessità del progetto d’impresa. Facendo una ricerca puoi trovare vari prezzi e, ad esempio, per una start-up, possiamo stimare un costo di partenza che si aggira attorno ai 600 euro. Puoi quindi stimare questo come prezzo minimo, ma è sempre bene richiedere un preventivo personalizzato per valutare bene i costi.

Guida al business plan e supporto di un professionista

Ti ho proposto questa guida per illustrarti la struttura generale del business plan, ma anche sottolineare l’importanza di questo documento per diversi scopi. Per approfondire ulteriormente l’argomento, ti consiglio la lettura del libro “Il Codice del Credito”, che ho scritto insieme a Gianluca Massini Rosati e che è stato pubblicato da Rizzoli nel 2021. Nel libro trovi un approfondimento dedicato proprio al business plan, che può esserti utile per avere sotto mano una guida semplice e completa di tutto.

Infine, ti consiglio anche di chiedere il supporto di un professionista, in modo da essere sicuro di scrivere tutte le informazioni necessarie per accedere al bando che ti interessa. Un consulente di finanza aziendale e agevolata, come quelli del team di Finera, ti supportano infatti in tutto il processo di accesso ai finanziamenti: dall’individuazione del bando più utile, alla creazione dei documenti – compreso il business plan – fino all’erogazione del finanziamento. Per maggiori informazioni, clicca il pulsante qui sotto, compila il modulo e fissa un incontro gratuito.

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