Se la tua impresa sta crescendo velocemente, è probabile che gli operatori finanziari tradizionali come le banche non abbiano sufficiente risorse per sostenerti. In questo caso puoi sfruttare il mercato dei Minibond, che rappresentano lo strumento perfetto per raccogliere nuovi capitali, essendo pensati apposta per aziende in forte crescita, non ancora quotate in Borsa.
Secondo un report della Cerved Rating Agency, dopo il PNRR il mercato potenziale di Minibond in Italia vale 12,9 miliardi di euro di emissioni. Questo significa che “più di un migliaio di imprese italiane avrebbero tutte le carte in regola per emettere Minibond nel prossimo anno: sono aziende con una buona affidabilità creditizia, con una solidità patrimoniale ed una crescita costante di ricavi maggiore del 5%” (fonte ilSole24Ore). E non finisce qui: nei primi 6 mesi del 2022 sono stati emessi ben 105 minibond da parte di PMI, per un totale di 559 milioni di euro. Il 2023 potrebbe quindi essere definitivamente l’anno dei Minibond… Ma cosa sono? Come funzionano e come può emetterli la tua PMI? Continua a leggere e scopri tutti i dettagli in questo articolo.

Tempo di lettura stimato: 9 minuti
Indice
- Cosa sono i minibond?
- Quali sono i requisiti per emettere minibond?
- Minibond: come funzionano?
- I vantaggi di emettere minibond rispetto al credito bancario
- Quanto costa emettere minibond?
- FAQ Minibond: tutte le risposte alle tue domande sulle obbligazioni emesse dalle PMI
- Come emettere minibond se sei una PMI
Cosa sono i minibond?
I minibond sono obbligazioni o titoli di debito a medio-lungo termine emesse da società non quotate, solitamente delle PMI. Possiamo dire che emettere i minibond aiuta le aziende:
- rendendole più forti dal punto di vista patrimoniale e del rating
- garantendo loro il giusto sostegno per un percorso di futura quotazione in Borsa.
Poter ottenere capitali da questi canali è un’occasione da non perdere, per almeno tre ragioni:
- minor dipendenza dalle banche
- minori costi
- maggiori opportunità di finanziamento
Quali sono i requisiti per emettere minibond?
In sostanza, un’impresa deve essere “appetibile” per gli investitori che andranno a sottoscrivere il titolo di debito emesso dall’azienda. Non possono emettere minibond le aziende in difficoltà finanziaria, con un fatturato in diminuzione o senza crescita, bassa marginalità, flusso di cassa negativo perché nessuno le prenderebbe in considerazione.
Quindi solo aziende in crescita e proficue possono emettere minibond.
Per dare delle linee di massima e aiutarti a capire se anche la tua azienda può iniziare questo percorso devi considerare che:
- Il fatturato della tua impresa non dovrebbe essere inferiore a 5 milioni di euro e deve aver avuto una forte crescita negli ultimi tre anni;
- il margine operativo lordo (EBITDA) deve essere almeno pari al 10% del fatturato;
- Il rapporto tra la posizione finanziaria netta (PFN) e l’EBITDA (margine operativo lordo) deve essere inferiore a 4;
- la tua impresa deve certificare il proprio rating tramite una società di rating riconosciuta e certificata EBA ed ESMA. Infatti, se il suo valore è elevato, rende più appetibile l’emissione e fa percepire quella solidità tanto voluta che gli investitori cercano.
Per approfondire cos’è il rating di un’impresa, ti consiglio di leggere l’articolo: Rating bancario aziendale: tutto quello che c’è da sapere.
Minibond: come funzionano?
I minibond non prevedono un rapporto “uno a uno” tra emittente e investitore come tra banca/impresa, ma un processo di emissione in più fasi e più player finanziari coinvolti. Tra tutti, l’Advisor è di fondamentale importanza, perché svolge un ruolo determinante nel valutare la PMI emittente, verificando anche fattibilità e convenienza economico-finanziaria dell’operazione.
Le imprese sono affiancate dall’Advisor nei diversi passaggi necessari per effettuare l’emissione del minibond, garantendo anche il coordinamento degli altri attori coinvolti. Nel processo di emissione, infatti, sono coinvolti anche gli arranger, che assistono la PMI nella strutturazione del minibond e nel suo collocamento, preparando al meglio l’azienda e i suoi soci.
Ancora più indispensabili sono gli investitori che sottoscrivono i minibond; senza la loro convinzione nel progetto imprenditoriale, infatti, non si riesce a beneficiare dei frutti della sua emissione. Gli investitori sono banche, ma soprattutto intermediari finanziari, fondi pensione, eventuali società di assicurazioni, fondi di “private debt” e società veicolo.
Cosa differenzia il finanziamento bancario dal minibond? Ti propongo un confronto per farti avere un’idea completa della differenza tra i due sistemi.
I vantaggi di emettere minibond rispetto al credito bancario
Ricorrere all’emissione di minibond consente alle PMI di godere di una serie di vantaggi, come ad esempio avere una minore dipendenza dal sistema bancario. Altro vantaggio è relativo all’emissione; come criterio di valutazione, la banca utilizza le garanzie e lo storico della tua società. Il processo di emissione dei minibond, invece, si basa:
- sulla solidità patrimoniale
- sulla profittabilità
- sul cashflow (ossia sul flusso di cassa, che è la differenza tra i flussi monetari in entrata e in uscita) della tua impresa.
Principali differenze tra minibond e credito bancario
Ulteriori vantaggi risiedono nelle differenze tra i due strumenti finanziari. Il credito bancario e il minibond si differenziano anche per:
- la scadenza. I prodotti bancari scadono dopo 3-5 anni, mentre il minibond dopo 5-7 anni;
- le garanzie, che sono obbligatorie per la banca, mentre per il minibond sono gradite ma non strettamente necessarie;
- il tasso di interesse. In banca dipende dal costo del capitale a cui la banca stessa fa riferimento. Nel mercato dei minibond il tasso viene applicato in base alla qualità dell’azienda e del progetto che va a sostenere;
- la modalità di rimborso del capitale. Per la banca segue il piano di ammortamento, mentre per il minibond può essere bullet, ovvero a scadenza con un periodo di preammortamento fino a 2 anni.
Altro parametro importantissimo relativo al minibond è che quest’ultimo non viene segnalato in Centrale Rischi di Banca Italia e non c’è possibilità di revoca come un finanziamento normale o un fido di cassa.
Infine, questo strumento permette alla tua azienda di diventare visibile agli occhi di investitori istituzionali e non, proprio perché hai la possibilità di quotarti su Borsa Italiana presso l’indice preposto ExtraMot Pro.
Quanto costa emettere minibond?
Emettere minibond ha dei costi, suddivisi in base al capitale raccolto e agli step che devi raggiungere per emettere queste obbligazioni. Quali sono questi costi?
- L’azione dell’Advisor finanziario, che è indispensabile, ti costa tra lo 0,5% e il 2,0% del capitale raccolto (una tantum).
- L’Arranger costa tra lo 0,5% e il 1,5% del capitale raccolto (anche in questo caso, una tantum).
- I costi dello studio legale (utile ad esempio per la sottoscrizione del contratto di minibond e per il processo di ammissione) si aggira tra 15.000 e 50.000€, sempre una tantum.
- La certificazione del tuo bilancio d’impresa, che ha un costo annuale di 15.000 €.
- L’eventuale emissione del rating, il cui prezzo si aggira tra 15.000 e 20.000€ (per una PMI). La buona notizia è che gli anni successivi al primo, il costo si riduce del 40%.
- L’eventuale ammissione alla quotazione su ExtraMOT PRO3 ha un prezzo di 2.500 €, una tantum.
- Il costo annuale di 5.000€ per la banca depositaria e la banca agente.
In conclusione, il minibond è davvero una risorsa importante per le aziende un minimo strutturate, in forte crescita e che vogliono intraprendere un percorso di accesso a fondi importanti, diversi dal canale bancario tradizionale.
FAQ Minibond: tutte le risposte alle tue domande sulle obbligazioni emesse dalle PMI
Il minibond è un strumento di finanziamento innovativo, pensato per le aziende non quotate in Borsa. Con il minibond la tua azienda può reperire fondi da investitori, dando in cambio titoli di credito.
I minibond sono obbligazioni a medio-lungo termine che le PMI possono emettere. Essendo delle obbligazioni, hanno un tasso d’interesse che viene riconosciuto sotto forma di cedola periodica. Hanno inoltre una data di scadenza in cui viene rimborsato il capitale. Solitamente vengono considerate minibond le obbligazioni delle PMI che hanno un valore nominale complessivo inferiore a 50 milioni di Euro.
I minibond sono obbligazioni emesse da una Srl o da una SpA non quotata in Borsa. Nello specifico, gli emittenti devono essere società italiane non quotate, diverse dalle banche e dalle microimprese, con fatturato superiore a 2 milioni di Euro e almeno 10 dipendenti.
Non esistono parametri o requisiti particolari per i principali termini e condizioni, né per quanto riguarda la durata, il tasso di interesse o la struttura di rimborso del capitale.
Come emettere minibond se sei una PMI
Come hai capito, rilasciare un minibond è un processo complesso e anche costoso perché richiede tanti attori competenti. Un’impresa deve inoltre avvalersi di consulenti qualificati e preparati al fine di rendere efficace ed efficiente il processo di costruzione, sistemazione ed emissione del minibond. E gestire tutti questi processi di emissione non è cosa da dilettanti o da consulenti improvvisati!
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