Il credito d’imposta per la ricerca e lo sviluppo, l’innovazione tecnologica, il design e l’ideazione estetica è una misura agevolativa disponibile anche nel 2023 per sostenere la competitività delle micro, piccole e medie imprese italiane. In breve, la misura prevede un tax credit pari al 20%, 15%, 10% o al 5% delle spese ammissibili, nel limite massimo annuale di 5, 4 o 2 milioni di euro.
Come ogni agevolazione, anche per il credito d’imposta R&S, le PMI hanno diversi dubbi e domande. In questo format, rispondiamo alle FAQ (domande più frequenti) sul tax credit per ricerca e sviluppo.
FAQ Credito d’imposta ricerca e sviluppo 2023
1) Credito d’imposta ricerca e sviluppo 2023: a chi spetta?
Il credito d’imposta R&S è rivolto a tutte le imprese residenti nel territorio italiano, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla natura giuridica, dal settore economico di appartenenza o dalla dimensione. La fruizione del credito è soggetta a determinate condizioni, come il rispetto delle normative sulla sicurezza sul lavoro e l’adempimento degli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori.
2) Come funziona l’agevolazione?
Il credito può essere utilizzato in compensazione ed è richiedibile per 3 tipologie di investimenti:
- attività di ricerca fondamentale
- attività di innovazione tecnologica (anche 4.0 e verde)
- attività di design e ideazione estetica
Di questo tax credit esiste anche una forma maggiorata, con aliquota fino al 45% per le imprese del Sud. È stato introdotto nel 2013 dal Decreto 145 e modificato fino alle ultime regole valide, definite nel 2020 dal Decreto MIMIT. La misura utilizza le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione.
3) Quali sono le spese ammissibili dal credito per ricerca e sviluppo?
Il credito d’imposta per ricerca e sviluppo 2023 copre le spese relative alle attività di ricerca in campo scientifico e tecnologico, di innovazione tecnologica, imprese 4.0 e transizione verde, di design e ideazione estetica. Andando più nello specifico, le spese ammissibili variano a seconda dell’attività intrapresa e prevedono, ad esempio:
- spese per il personale direttamente impiegato nello svolgimento delle attività di design e ideazione estetica ammissibili al credito d’imposta;
- quote di ammortamento, canoni di locazione finanziaria o di locazione semplice e le altre spese relative ai beni materiali mobili utilizzati nelle attività di ricerca, sviluppo, design e innovazione estetica;
- spese per servizi di consulenza e servizi equivalenti;
- spese per materiali, forniture e altri prodotti analoghi.
4) Quando scade il credito per R&S?
L’art. 1, c. 271, Legge di bilancio 2023 ha prorogato dal 31 ottobre 2023 al 30 novembre 2023 il termine entro il quale occorre presentare la domanda di riversamento del credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo.
5) Come richiedere il credito d’imposta ricerca e sviluppo 2023?
Per richiedere il credito d’imposta ricerca e sviluppo 2023, le imprese devono presentare una domanda e fornire una serie di documenti, tra cui una descrizione delle attività di ricerca e sviluppo effettuate e delle spese sostenute.
Tuttavia, inviare una richiesta di credito d’imposta all’Agenzia delle Entrate può essere complesso. Come detto, bisogna fornire una documentazione molto completa, che mostri nel dettaglio gli investimenti agevolabili effettuati e che devono essere ammessi dal credito di cui si vuole fruire.
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